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Brusio

brusio viadotto trenino rosso

Subito dopo la fermata di Campascio si incontra il paesino di Brusio, un paesino del Canton Grigioni con 1.158 abitanti posto, sulla sponda sinistra del torrente Poschiavino, in Val Poschiavo.

Il comune di Brusio è famoso per il viadotto elicoidale, ora diventato parte del Patrimonio culturale dell’UNESCO. Caratteristiche sono anche le varie gallerie presenti lungo il percorso del Trenino Rosso del Bernina. Parlando del viadotto di Brusio, si può dire che sia uno dei punti di cui la Ferrovia Retica e il Comune di Brusio sono più fieri. Si tratta di un eccellente dimostrazione architettonica del ventesimo secolo e il panorama che offre è il punto forte del comune di Brusio.

Storia di Brusio

Brusio nacque grazie alle sue contrade, le prime testimonianze scritte parlano del “Vicinale” di Brusio in due corrispettivi contratti di vendita di terreno a favore della parrocchia di S.Remigio. Il territorio comunale si estendeva solamente dal lago di Poschiavo alle valli del Saiento e di Gagg, più il pendio d’ambo i lati fino su a metà montagna; quindi Zalende, i monti di Viano, il Sasso del Gallo e Cavaione non facevano parte di Brusio.

brusio panorama trenino rosso

Nel 1408 gli abitanti di Poschiavo e Brusio riuscirono finalmente a liberarsi dal giogo milanese e a proteggersi dal loro antico Signore, il vescovo di Coira, entrando col tempo, volontariamente e liberalmente all’appartenenza della Lega Caddea. Avendo adottato una nuova organizzazione cantonale, il paese riuscì ad ufficializzare l’indipendenza da Poschiavo.

Con la crescita economica di quest’area, nacque il fenomeno del contrabbando, legata alle zone confinanti anche se non fu mai considerato un atto di delinquenza, anzi venne visto come uno strumento di difesa contro la miseria e contro le sventure della vita, permettendo alle comunità di resistere all’invadenza di uno Stato cosi lontano e cosi indifferente quanto oppressivo e violento.

Si riusciva a contrabbandare principalmente sigarette, sale, caffè, cioccolata, riso, fisarmoniche, indumenti, e materiali gommosi. Il contrabbando fra Svizzera e Italia durò fino a circa il 1980 e rappresentò un’importante attività finanziaria per lo sviluppo dell’economia valtellinese e poschiavina. La sua posizione geografica, di confine, ha sempre favorito queste attività illegali, oltre a tutti i commerci legali quali vino Valtellina, frutta, verdura e altri vari articoli da esportazione.

Da vedere a Brusio

Casa Besta

La Casa Besta è un edificio signorile che si trova nella parte sud del comune di Brusio. Originariamente nata come una casa contadina, nel settecento è stata trasformata in una dimora per le famiglie protestanti valtellinesi; la prima famiglia fu quella dei Marlianico, successivamente passò in mano ai Besta ed infine ai Trippi.
Brusio oggi ne detiene la proprietà, infatti la acquistò nel 1899 per farne la sede dell’amministrazione comunale. Nel 2000, dopo anni in cui giaceva in uno stato di totale abbandono, venne restaurata. Oggi al suo interno trovano spazio il museo etnografico, con delle apposite sezioni sul contrabbando e sulla tipica coltivazione del tabacco, il museo vinicolo, il museo degli strumenti musicali antichi;
Besta accoglie anche il centro di documentazione della Società Storica della Valposchiavo, la biblioteca del comune e gli archivi comunali.

I “crot” nel comune di Brusio

Passeggiando per il comune di Brusio possiamo trovare sul fondovalle, e sui fianchi della montagna, delle costruzioni, ad occhio quasi “primitive”, formate da un insieme di sassi dalla forma particolare, tipiche della regione. Queste strutture si chiamano crotti, e sono piccoli edifici di origine incerta, costruiti secoli fa. Venivano edificati in zone fresche, con il semplice scopo di conservare i prodotti freschi e facilmente deperibili; venivano edificati anche in zone asciutte e aperte poiché venivano, inoltre, utilizzati come cucine o come casa-estiva. Possiamo trovare crotti di grandi dimensioni, anche costruiti su due piani.

Chiesa cattolica di Brusio

La chiesa cattolica di Brusio, dedicata al cardinale milanese San Carlo Borromeo, è stata costruita fra il 1610 e il 1617 in uno stile uncio con richiami al gotico ed al barocco. Ideatore e costruttore fu il parroco Antonio Crotto di Tirano. La chiesa precedente era situata leggermente più a nord rispetto a dove è situata quella odierna, ed era dedicata al mistero della trinità ed a Santa Agata.

L’ ultimo restauro esterno, molto ben riuscito, è del 2003, mentre l’interno della chiesa è stato restaurato solamente nel 1933. Gli affreschi, opere di Fumagalli di Lecco, rappresentano Gesù nell’orto degli ulivi e la sacra famiglia, oltre alla figura di San Carlo fra gli appestati.

Fra i quadri di un certo valore vanno ricordati la rappresentazione dell’assunzione di Maria (in coro) e la figura di Santa Agata che viene visitata da San Pietro (altare a nord). Il restauro interno del 1933 non è fra quelli più riusciti e quindi attualmente si sta studiando il progetto per un nuovo restauro, questa volta fatto a regola d’arte. La chiesa festeggia il suo patrono il 4 novembre (festa di San Carlo).

Chiesa evangelica di Brusio

A seguito delle persecuzione protestante da parte dei rivoluzionari della Valtellina, nel 1635 gli evangelici di Brusio costruirono la propria chiesa, tutt’oggi esistente.
Si tratta di una costruzione in stile barocco che successivamente venne ingrandita ed oggi si presenta a noi restaurata.
All’interno della chiesa evangelica di Brusio ciò che si nota di più è il bellissimo organo e gli affreschi del famoso pittore Fumagalli

Chiesa S. Romerio

La chiesa fu consacrata dallo stesso San Remigio e dal vescovo di Como Guido Grimoldi. Nel 1237 i beni di San Romerio furono uniti con la comunità e l’ospedale della chiesa di S. Perpetua di Tirano. Successivamente, nel 1517, papa Leone X incorporò i beni al santuario della Madonna di Tirano, riconoscendo al comune di Tirano il possesso e il diritto di patronato.

Hotel a Brusio

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