La storia del Trenino Rosso del Bernina ebbe origine verso la fine del 1800 grazie ad una brillante intuizione di alcuni ingegneri: mettere al servizio delle popolazioni delle tre valli attraversate, una ferrovia che collegasse i centri principali delle zone alpine e svilupparne così il settore turistico. Il percorso fu pianificato su più livelli e con idee economiche chiare e semplici, infatti l’obiettivo era quello di creare un servizio in grado di soddisfare le esigenze degli abitanti e di permettere ai visitatori di godere di un’emozione unica.
Alla fine del 1800 il Bernina rappresentava un collegamento importantissimo per il trasporto delle merci fra nord e sud. Da sempre il transito e il commercio nelle valli subiva numerosi momenti di sospensione durante il periodo invernale, in quanto le intemperie, il gelo e le abbondanti nevicate sul valico rendevano arduo il suo attraversamento. A causa di questi disagi, la popolazione richiese un metodo migliore, un trasporto più rapido e moderno, una ferrovia. Grazie a queste numerose sollecitazioni e all’ottimo progresso tecnologico nacque la famosa linea del Trenino Rosso del Bernina
Grazie alla costruzione della centrale elettrica di Brusio, e alle successive centrali idroelettriche costruite in Val Poschiavo, la Ferrovia Retica avrebbe potuto viaggiare sin dal suo primo giorno grazie all’uso dell’energia elettrica rinnovabile prodotta dal Lago Bianco, e nel dicembre del 1899 la ditta inglese General Water Power Limited ottenne dal governo elvetico la concessione per la costruzione della Ferrovia del Bernina; nella concessione rilasciata per la ferrovia fu espressamente formulata una condizione inderogabile, fornire l’energia elettrica per il suo funzionamento a condizioni convenienti. Fu solo nel 1902 che la storia del Trenino Rosso del Bernina iniziò a muovere i suoi primi passi, grazie infatti all’apertura del tronco ferroviario Sondrio-Tirano, l’idea una ferrovia che da St. Moritz arrivasse a Tirano, avrebbe avuto la possibilità di collegarsi all’intera rete italiana e, più in generale, europea iniziò a prendere forma. Nel 1905 venne indetto un referendum nelle cittadine di Brusio, Poschiavo, Pontresina e St. Moritz, al fine di chiedere il parere dei cittadini direttamente interessati: ottenuto il consenso di quasi tutti i votanti, il nuovo progetto venne presentato nell’inverno del 1905 e venne approvato dal Governo Centrale il 2 marzo 1906.
Il 1 Maggio 1906 è una data importantissima per la storia del Trenino Rosso del Bernina, infatti, solo due mesi dopo l’approvazione, i lavori vennero inaugurati ufficialmente. Durante quegli anni frenetici, il territorio compreso tra Tirano e St. Moritz si tramutò, divenendo un grande cantiere lungo cui gli operai eressero un po’ ovunque le loro baracche.
Gli ingegneri riuscirono a progettare il lato nord della linea senza incontrare grandi difficoltà, fino al raggiungimento di Alp Grum. Durante queste fasi, le uniche problematiche sorte furono legate al gradino di Montebello, situato fra le località di Morteratsch e di Bernina Suot, superato abilmente con un tornante, e nel percorso fra Pontresina e Surovas, in quanto si è reso necessario realizzare un percorso tortuoso dalle forti pendenze, che arrivano fino al 70‰. Nel Luglio 1908 vennero inaugurate due tratte della ferrovia, Pontresina-Morteratsch e Poschiavo-Tirano, e il mese successivo le tratte Celerina Staz-Pontresina e Morteratsch-Bernina Suot.
Si dovette attendere Luglio dell’anno successivo, il 1909, per vedere realizzata la prima tratta completa fra St.Moritz e il culmine della linea sul Passo del Bernina, grazie alle tratte St.Moritz-Celerina Staz e Bernina Suot-Ospizio Bernina.
Al contrario di ciò che avvenne sul lato nord, l’altro versante del passo del Bernina, quello sud, creò innumerevoli problemi ai progettisti e ai costruttori, in quanto bisognava superare un dislivello verticale di circa 1200 metri in uno spazio orizzontale lungo meno di 8 Km, tracciando un percorso che, oltre a garantire la massima sicurezza, rispettasse i parametri di pendenza massima, non più del 70‰, e raggio minimo, non oltre i 45 metri. Per sopperire a questi inconvenienti, fra Alp Grum e Poschiavo vennero costruiti diversi ponti in pietra, nove gallerie e tre viadotti con parapetto, mentre tra Miralago e Tirano vennero costruiti un doppio tornante e il viadotto elicoidale, che diverranno negli anni due punti caratteristici e famosi della ferrovia, presso la stazione di Brusio. Il 5 Luglio 1910 è la data più importante della storia del Trenino Rosso, infatti i lavori furono completati nonostante tutte le difficoltà ambientali quali freddo e neve e, soprattutto, gli incidenti sul lavoro. Venne quindi ufficialmente aperta la linea con i suoi 61 km di binari, pendenze massime del 70‰, integralmente ad aderenza naturale ed un servizio garantito grazie ad un gruppo di 17 elettromotrici alimentate da 1000V in corrente continua.
Una menzione particolare va agli oltre 3.000 operai, in gran parte italiani provenienti soprattutto da Sondrio, Bergamo, Brescia e Verona, che hanno partecipato alla costruzione della ferrovia, attirati inizialmente dai migliori salari svizzeri, ma che riuscirono a completare questa impresa che ha messo a dura prova la loro resistenza visto il lungo inverno del passo del Bernina con abbondanti nevicate e repentini mutamenti climatici, anche in piena estate.
Costruita per essere una ferrovia turistica da sfruttare nel periodo estivo, durante la sua costruzione si cercò di evitare le zone e i canaloni più soggetti a valanghe nella stagione invernale, salvaguardando così la ferrovia da eventuali danneggiamenti a cavi e binari. In poco meno di due anni di vita la ferrovia acquisì una fama importante a livello mondiale e nel 1912 se ne ebbe la prova. Un ingegnere giapponese, di nome Handa, mentre era alla ricerca di spunti per la costruzione di una ferrovia alle pendici del Monte Fuji, nelle vicinanze di Tokyo in Giappone, visitò la Svizzera e ne rimase talmente affascinato che decise di realizzarla secondo lo stesso principio, inaugurata poi nel 1919.
Nel 1912 su pressione degli alberghi dell’ Engadina, e grazie soprattutto alle loro sovvenzioni, la società ferroviaria riuscì ad ordinare due spazzaneve a rotativa a vapore molto imponenti, per poter effettuare il servizio anche nei mesi invernali. Questi potenti spazzaneve furono acquistati per evitare il ripetersi dei troppi disagi ai viaggiatori, in quanto, nei primi anni in cui il treno viaggiava durante il periodo invernale, i viaggiatori, una volta raggiunto Ospizio o Alp Grum, dovessero per forza effettuare un pezzo in slittino o dovessero essere portati fino a Cavaglia lungo l’antica mulattiera, oltre ad evitare al personale lungo il percorso di spazzare via la neve a mano.
Gli spazzaneve però erano troppo ingombranti rispetto alle dimensioni degli impianti della ferrovia, per cui si rese necessario costruire delle piattaforme semicoperte e girevoli, consentendone così l’inversione del senso di marcia. Ancora oggi, le stesse vengono ancora utilizzate, soprattutto in casi particolari come grandi nevicate, presso le stazioni di Pontresina e Ospizio Bernina. Nel 1913 la Ferrovia entrò ufficialmente in funzione anche nei mesi invernali su tutta la linea, anche quando i punti più alti della tratta sono ricoperti da parecchi metri di neve.
Nel corso degli anni si è sempre puntato a garantire una maggiore sicurezza da slavine e depositi nevosi. Vennero così realizzate alcune modifiche importanti lungo il percorso: venne creata una linea diretta su un terrapieno per sostituire la curva della “Scala” tra Alp Grum e Ospizio Bernina, sempre presso l’Ospizio Bernina furono corrette alcune curve ed il tracciato sulle Alps da Buond venne posizionato sul fondovalle non seguendo più il percorso di Piz Lagalb. Nel periodo fra le due guerre mondiali ci fu un grave periodo di crisi, dovuto al crollo nel numero dei suoi passeggeri, che durò fino al 1 gennaio 1942, anno in cui la Ferrovia del Bernina entrò ufficialmente a far parte della Ferrovia Retica. Potenziata negli anni la dotazione dei mezzi motore, con l’acquisto di nuove elettromotrici più potenti e moderne, nel 1973 la ferrovia del Bernina vede arrivare sui suoi binari una grande novità: nasce la tratta odierna del Trenino Rosso del Bernina.
Il mito Trenino Rosso del Bernina arriva fino all’estremo oriente. Sempre nel 1973 venne infatti siglato il gemellaggio ufficiale tra la Ferrovia Retica e la Hakone-Tozan Railway, una ferrovia a nord di Tokyo. L’arrivo del nuovo millennio ha visto notevolmente ampliamento delle offerte turistiche, con servizi sempre più dedicati ed un migliore confort di viaggio da parte dei viaggiatori. Dal 2000 infatti sono state messe sui binari le nuove carrozze panoramiche disegnate da Pininfarina e costruite dalla Stadler Altenrhein con una capacità di 78 posti: 34 posti nella carrozza di prima classe e 44 in quella di seconda classe.
Col passare del tempo, il trenino rosso ha visto un graduale abbandono di utilizzo da parte dei locali, a favore però di una sempre crescente presenza di turisti provenienti dall’Italia e tutto il resto del mondo. Il progressivo disuso da parte degli abitanti non è dovuto ad un disaffezionamento al proprio trenino, ma al tempo che ci si impiega per valicare il Passo del Bernina, infatti un tempo era l’unico mezzo disponibile, mentre ora con la macchina bastano solo 45 minuti. L’amore della popolazione verso la ferrovia non è però diminuito, anzi questo sentimento è diventato più forte dal 7 luglio 2008; in questa data, ha ricevuto l’orgoglioso titolo di
Con l’ottenimento di questo prestigioso riconoscimento, la ferrovia Retica e, soprattutto, la stazione di Tirano sono entrate a pieno titolo nella storia come la ferrovia più alta d’Europa ed è stata riconosciuta la loro importanza come meta turistica.
Il 2010 è stato un anno importante per la storia del Trenino Rosso del Bernina, in quanto anno del centenario. I festeggiamenti dedicati all’evento sono durati tutto l’anno, lungo tutti i 61 Km della tratta, da Val Poschiavo alla Valtellina sino all’Alta Engadina.