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Camminare per le vie di Tirano significa entrare pienamente in un clima storico, infatti è uno dei centri economici e culturali più importanti della Valtellina. Anche gli angoli più remoti nascondono molti misteri a ricordo dei tempi lontani.
La Madonna di Tirano affianca il visitatore attraverso un viale fiabesco e alberato che porta verso il centro storico di Tirano e di certo non manca qualche costruzione in stile Liberty. Sulle mura si sono conservate poche case private, mentre sono ancora intatte le tre porte di accesso al borgo fortificato, Porta Poschiavina, Porta Bormina e Porta Milanese, e il castello di Santa Maria.
Rimane molto poco della Tirano medievale, in quanto venne in parte distrutta da un incendio nel 1400, mentre si può notare molti simboli del rinascimento. Se si visita l’esterno delle mura si trovano Palazzo Foppoli e Casa Grana-Pievani Arcari, costruiti sulla sponda destra del fiume Adda. All’interno dei palazzi si trovano antichi tesori come: androni, portali, stüe, saloni, soffitti decorati, ecc. Il centro di Tirano, a differenza di altri borghi valtellinesi, si distingue dagli altri borghi della Valtellina anche per la promiscuità tra case patrizie ed edifici rurali. La piazza della Madonna di Tirano accoglie il magnifico Santuario rinascimentale eretto nel 1500 dopo l’apparizione della Vergine.
La piazza di Tirano ha una storia antica, dove tutt’ora è ancora presente il suo vecchio ospizio di San Michele in memoria delle grandi fiere internazionali che presero vita nel 1500. La città di Tirano è menzionata nei libri di storia come un’antica via di transito caratterizzata dalla presenza di tre vecchie Porte volute da Ludovico il Moro a difesa dell’abitato. Tirano è una meta obbligata anche per gli amanti dell’enogastronomia, infatti gli enormi terrazzamenti che la fasciano regalano un panorama unico, e i suoi vitigni possiedono tutto il gusto del territorio e che si riescono a percepire in un bicchiere di buon vino. Essendo vicina a località storiche ed aree natuarli come Roncaiola, Trivigno e Baruffini è possibile fare escursioni a piedi o in bici, mentre la presenza della stazione della Ferrovia Retica invita ad un viaggio a bordo del suggestivo Trenino Rosso del Bernina, che ha sicuramente contribuito allo sviluppo turistico di questa località e che attira oggi migliaia di visitatori.
Sono molti i possibili itinerari da seguire, per esempio quello degli antichi xenodochi che porta dalla chiesa di Santa Perpetua fino in Svizzera, dove a San Romerio, a picco sul lago di Poschiavo, si può scoprire che la chiesa è ancora di proprietà italiana.
Il punto di partenza del Trenino Rosso del Bernina è la città di Tirano. Appena si esce dalla stazione cittadina si raggiunge la piazza centrale della città, dopo una leggera salita, proprio davanti al piazzale della Madonna di Tirano; il piazzale ospita un sontuoso santuario che fu costruito dopo l’apparizione mariana che avvenne, proprio in quel luogo, agli inizi del XVI secolo. In questo punto del suo percorso, la particolarità della ferrovia del Trenino Rosso è data dal fatto che la sua rete ferroviaria taglia in maniera diametrale la piazza, e da qui prosegue poi su un lato della strada, come un vero e proprio tram, per la via Elvezia e per poi continuare il suo percorso tra i vari e suggestivi paesaggi che lo circondano durante il suo tragitto.
Tirano offre anche tantissime soluzioni dove passare la notte e riposarsi, e molte hanno anche una posizione comoda e centrale. Scopri, grazie alla lista degli hotel consigliati a Tirano quale è adatto alle tue esigenze:
Tirano è un borgo di origine romana. Durante il Medioevo vennero eretti castelli e fortificazioni, a conferma della sua importanza strategica ed infatti è proprio dalla città di Tirano che si diramano le strade per il Bernina, il Bormiese, la Bassa Valtellina e l’Aprica. Verso la fine del 1400 Ludovico “il Moro” Sforza, fece circondare l’abitato da mura per proteggersi dalle incursioni dei vicini Grigioni, che avevano l’intenzione di impossessarsi della città, in quanto erano consci dell’importanza della Valtellina quale territorio di accesso alla Pianura Padana.
La chiave storica di Tirano fu il miracolo dell’apparizione della Vergine Maria il 29 settembre del 1504. Dopo questo evento fu costruito il santuario dedicato alla Beata Vergine Maria, che divenne subito l’emblema della fede cristiana contro la riforma luterana delle leghe grigionesi.
Nel 1606, per la prima volta, vennero pubblicati i “Capitoli novi della magnifica università di Tirano”, un insieme di leggi che regolamentavano la vita degli abitanti di Tirano, basate sul modello dei regolamenti diffusi in tutta Svizzera. Nonostante tutto, i rapporti con i grigionesi si fecero sempre più aspri, soprattutto a causa dei numerosi scontri religiosi che ponevano in contrasto i cattolici con gli svizzeri protestanti, in quanto quest’ultimi avevano goduto di una certa fortuna nella la classe dirigente di Tirano a discapito del clero. La classe clericale, supportata però dalla popolazione, era spaventata all’idea di perdere i propri privilegi e la propria influenza sul borgo.
Questo contrasto continuo sfociò nel “Sacro Macello di Valtellina”, una vera rivolta che i cattolici della Valtellina guidarono contro i protestanti, il che costrinse i Grigioni ad abbandonare molti punti chiave della città ed a ritornare nei confini svizzeri. Nel Settecento Tirano rimase ancora sotto la dominazione svizzera, ma sul finire del secolo incominciarono a sentirsi le prime urla della Rivoluzione Francese con piccole e grandi insurrezioni che interessarono l’abitato.
Il 10 ottobre del 1797, con l’Editto di Passariano, Napoleone Bonaparte decretò l’unione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina, sotto Francesco Melzi d’Eril. L’8 dicembre 1807, a causa delle numerose e copiose piogge del periodo, su Tirano si abbatté una un’enorme frana, che, scendendo a valle dal Monte Masuccio, sbarrò il corso del fiume Adda, creando così una barriera di 43 metri. Con lo scioglimento della neve accumulatasi durante l’inverno, la parte alta della diga naturale cedette e scese in maniera torrenziale, mista ad acqua, sino all’abitato tiranese, spazzando via vigneti, terreni coltivati, case e distruggendo inoltre il ponte di comunicazione della città.
Dopo il Congresso di Vienna, Tirano divenne parte del Regno Lombardo-Veneto col quale condivise tutte le leggi e le sorti, godendo di un periodo di benessere. Con il Regno d’Italia, nel 1861, Tirano conobbe un buon periodo di sviluppo, grazie anche alla costruzione della ferrovia locale, e nel 1902 venne edificato il tratto Sondrio-Tirano, mentre nel 1909 nacque la tratta St.Moritz-Tirano.
Alle fine delle guerre mondiali, Tirano conobbe un boom economico, soprattutto negli anni ’50 e ’60, con un aumento del fenomeno del contrabbando data la sua vicinanza con la Svizzera. Oggi il paese è una meta turistica e sportiva grazie alle vicine località sciistiche, oltre che essere il punto di partenza del Trenino Rosso del Bernina.
Tirano è una cittadina da scoprire. Oltre all’imprescindibile visita al Santuario della Madonna di Tirano, non può mancare una passeggiata in uno dei centri storici più importanti della Valtellina, unico anche per numero di palazzi storici.
Il santuario della Madonna di Tirano nasce nella confluenza delle tre vie di comunicazione che portano verso l’Alta Valtellina, la Bassa Valtellina e la Valle di Poschiavo, proprio nel punto in cui la Vergine Maria apparve al beato Mario Homodei, salutandolo con le parole: “Bene avrai” e chiedendogli la costruzione di un santuario in suo onore, con la promessa di aver salute spirituale e corporale a chi l’avesse invocata. L’apparizione, e i miracoli verificatosi successivamente, indussero la gente a edificare il santuario. Successivamente rappresentò un’occasione per mostrare più liberamente la propria religiosità e la profonda devozione.
Esternamente, il santuario, presenta caratteri del rinascimento che permettono al visitatore di percepire la bellezza armonica e l’equilibrio, caratteri fondamentali dell’arte cinquecentesca. Entrando nel Santuario, si nota subito l’enorme quantità di stucchi, dipinti e decorazioni presenti sulle pareti e sulle volte del soffitto della chiesa. L’interno misura 20,35 metri in lunghezza e 14,40 metri in larghezza.
Lo stile della pianta è a croce latina, dalla quale si levano l’abside, dove si svolgono i cori, e le tre navate su poderosi pilastri, frammentate in altrettante campate dalle volte a crociera; l’ultima delle volte è alta a formare il transetto, al cui centro si apre la cupola della chiesa. Il cuore della basilica è caratterizzato dalla cappella e dall’altare dell’Apparizione della Madonna. Lo stile architettonico e decorativo della cappella è vario e mostra uno stile neoclassico, imperiale, in lucido marmo di vari colori.
Un altro punto importante del santuario è l’organo. Questo strumento rappresenta l’opera più notevole che dà al santuario un ottima fama ed è ammirato da tutti i visitatori. L’organo è alto quasi 14.50 metri ed è sorretto da otto colonne in marmo rosaceo. La gran cassa è costruita in legno, rigorosamente intagliato, e fu realizzata nella prima metà del 1600; quest’opera monumentale è stata costituita, in buona parte, utilizzando larice rosso. La parte strumentale, con ben più di 2.200 canne di ottimo stagno, è stata restaurata più volte ed ora accompagna le celebrazioni liturgiche festive. Papa Pio XII proclamò la Madonna di Tirano, patrona della Valtellina.
Orario di apertura:
Palazzo Salis di Tirano è una delle mete culturali e turistiche di maggior interesse in tutta la Valtellina, visitabile tutto l’anno con visite guidate per piccoli e grandi gruppi.
E’ ideale come gita scolastica e per gli amanti della storia ed architettura del barocco, ma anche per gli appassionati della natura, dello sport e del vino valtellinese.
Palazzo Salis di Tirano ha recentemente aperto al pubblico un percorso che passa attraverso alcune delle più belle sale della prestigiosa residenza famigliare, consentendo ai visitatori di ammirare le fantastiche decorazioni, gli affreschi iconografici, gli arredi storici e di prendere visione di un importante documentazione sulla storia di Tirano.
Su richiesta si può includere la visita al prezioso giardino all’italiana, un vero gioiello nascosto all’interno di Palazzo Salis.
Il giardino all’italiana é composto da antichissime piante del palazzo, tra cui una originale del 1813 e visibile nella prima sala del museo.
Il giardino all’italiana non é in stile alpino, anzi rappresenta una vera e propria rarità, infatti in tutta la Valtellina se ne contano solo 2, di cui quello di Palazzo Salis é il più grande e famoso. Una squadra di giardinieri cura con professionalità ed rigorosa attenzione ogni anno la potatura delle piante per poterle fare ammirare ai visitatori.
Orari:
Dal 2 aprile a fine ottobre:
Dal 1 novembre al 1 aprile: solo su prenotazione di gruppi.
E’ possibile prenotare per giorni differenti.
Il Palazzo Lambertenghi si trova nel centro storico di Tirano ed accoglie una collezione di mobili e oggetti appartenenti alla famiglia Lambertenghi. Questo palazzo quattrocentesco, trasformato oggi in una casa-museo e Bed & Breakfast, al suo interno troviamo un salone con volta in stile ad ala di pipistrello che conserva una collezione di stipi monetieri, la cucina, la sala da pranzo, una stua del cinquecento con soffitto in legno settecentesco e uno studio, e al primo piano ci sono le camere da letto e le due stüe del 500, anch’esse visitabili.
Davanti all’ingresso del palazzo si trova il giardino e, sul retro, la vecchia casera. I proprietari della casa guidano i visitatori lungo questo storico itinerario facendo cogliere ai visitatori il legame tra i preziosi oggetti della collezione e la vita quotidiana.
Piazza Parravicini costituisce, assieme alla vicina contrada Dosso, uno dei luoghi storici più suggestivi della città da visitare, con il suo palazzo, casa di una delle famiglie più benestanti della città, che viveva a pochi passi dalle abitazioni dei contadini; Sul lato opposto al palazzo Parravicini, infatti, si può osservare gli storici nuclei contadini che al giorno d’oggi sono stati ristrutturati, in buona parte, ma nonostante tutto conservano ancora l’originalità che contraddistingueva le case contadine di tempi antichi.
Nella stessa piazza Vi consigliamo di ammirare la bellissima fontana, realizzata con dei pannelli di pietra verde nella cinta muraria e la chiesa ottagonale della Madonna Addolorata: un tempo vecchio oratorio dedicato alla Madonna che, nel 1664, venne restaurata per poi diventare la cappella di Palazzo Parravicini; successivamente passò alla famiglia Merizzi che, ad oggi, è ne ancora proprietaria. Oggi la chiesetta dedicata alla Madonna Addolorata costituisce uno degli angoli suggestivi e più belli della piazza.
Dopo la costruzione delle mura ludoviciane, a Tirano vennero erette anche tre importanti porte per consentire l’accesso alla città. Vennero realizzate in corrispondenza delle vie del commercio di maggior rilievo. Le porte sono presenti nel centro storico dell’abitato e portano i nomi di Porta Milanese, Porta Poschiavina e Porta Bormina, poichè indicano le direzioni verso cui portano le strade che le attraversano.